guida al CBD

La Canapa, o Cannabis Sativa, è una pianta facente parte della famiglia delle Cannabaceae e la sua storia abbraccia alcune migliaia di anni. Sin dalle antiche popolazioni cinesi fu una delle prime piante nella storia dell’uomo ad essere coltivata a scopi non alimentari e svolgeva un ruolo importante come simbolo religioso.
Come coltivazione commerciale, la canapa nella storia ha mostrato le sue utilità in molteplici campi e ad oggi sono addirittura più di 20.000 i differenti tipi di usi dimostrati che si possono fare con questa pianta:

  • Tessile: grazie alla sua elevata resistenza la canapa ha giocato un ruolo d’eccellenza nella produzione di fibra, ricavando prodotti estremamente pregiati come tessuti (lenzuola, vestiti, tovaglie, tende, tappeti, borse, sacchi, tubi, vele, ecc.), corde, tele, carta…
  • Alimentare: grazie alle proprietà nutritive e antinfiammatorie, la pianta ed i semi in particolare da sempre sono utilizzati per la produzione di olii e farine, per il loro alto valore nutritivo, data la presenza equilibrata di vitamine, proteine e acidi grassi.
  • Energetiche: dalla biomassa di canapa si può produrre energia, ricavando derivati di benzina, metanolo e metano.
  • Medicina: ampiamente utilizzata nella medicina tradizionale cinese già nel 4000 a.C., menzionando superiori capacità terapeutiche.
  • Cosmetiche: molto diffusa anche per le proprietà cosmetiche, grazie all’alto potere antinfiammatorio, antiossidante ed energizzante.
  • Ricreativi: veniva utilizzata anche a scopi ricreativi grazie alle sue proprietà rilassanti e, nel caso della Marjuana, grazie alle proprietà psicoattive.
  • Religiosi: il mito della canapa e del suo consumo sono aspetti fondamentali in molte religioni ancora al giorno d’oggi, quali buddismo, induismo e scintoismo per citarne alcune.

Negli ultimi anni si sono sviluppate nuove tecniche per l’estrazione dei principi attivi della pianta,
portando a nuovi prodotti disponibili sul mercato con una miriade di benefici ampiamente
dimostrati, su tutti il CBD con cui realizziamo l’olio, i cristalli, le capsule, gli E-liquids ed i prodotti
cosmetici.

Per la coltivazione e l’estrazione del cannabidiolo vengono utilizzate varietà di Cannabis certificate  e ammesse per la coltivazione dall’Unione Europea, caratterizzate da un basso contenuto di THC  (al di sotto dello 0,6% come previsto dai limiti di legge).  

L’estrazione dei cannabinoidi e delle componenti terapeutiche viene ricavata attraverso i fiori e le  foglie della pianta. In questo estratto sono presenti tutti i principali componenti della stessa:  fitocannabinoidi, terpeni, flavonoidi, clorofilla, cera… Tutto ciò che si può estrarre lo troviamo nella  prima fase di estrazione che ha l’aspetto di una melassa scura e che conserva al suo interno l’intero  spettro di molecole della canapa.

Si susseguono poi varie fasi di raffinazione, che conducono man mano a ottenere una sempre  maggiore purezza all’interno del prodotto finale. Quanto più andiamo a raffinare il prodotto e  quanto più si focalizza l’attenzione solo su una molecola specifica, tanto più nell’estratto finale  possono essere ritrovate alte percentuali della stessa e una quantità decisamente inferiore di tutte  le altre sostanze.  

Una volta superata la soglia dell’80% di purezza del CBD all’interno dell’estratto, questo inizia a  cristallizzare. Il processo di raffinazione prosegue fino a eliminare interamente ciò che non sia CBD  puro e ottenere un estratto finale puro al 99% e oltre: in pratica, con i cristalli, gli stessi presenti  all’interno dei nostri prodotti, abbiamo la molecola pura di CBD. 

I cannabinoidi sono una classe di composti chimici capace di interagire col sistema endocannabinoide e altri recettori specifici del corpo umano e si possono trovare in tre forme: endogena, naturale e sintetica.

I cannabinoidi endogeni (endocannabinoidi) sono neuromediatori che si generano all’interno del corpo umano e agiscono nell’ambito del sistema nervoso centrale e periferico. Si tratta, di fatto, di una classe di messaggeri lipidici capaci di interagire con i recettori cannabinoidi che costituiscono il sistema endocannabinoide. Per il momento sono due gli endocannabinoidi noti e approvati dalla comunità scientifica: anandamide, 2-AG.

I fitocannabinoidi sono cannabinoidi naturali presenti nella Cannabis (Canapa) e sono concentrati nella sua resina viscosa. Per il momento, la ricerca scientifica è riuscita a identificare come minimo 113 differenti cannabinoidi presenti all’interno della cannabis. La scienza continua a studiare in particolare i cinque fitocannabinoidi maggiormente presenti nella Cannabis: il delta-9- tetraidrocannabinolo (THC), il cannabidiolo (CBD), il cannabinolo (CBN), il cannabigerolo (CBG) ed il cannabicromene (CBC)

I cannabinoidi sintetici sono realizzati in laboratorio per poi essere impiegati a scopo terapeutico come componente di vari farmaci. Questi simulano le caratteristiche degli endocannabinoidi, interagendo con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide dell’organismo.

Sebbene tutti i cannabinoidi interagiscano in una certa misura con il sistema endocannabinoide, ognuno ha un insieme unico di caratteristiche e di specifici effetti sul corpo umano.

I terpeni sono olii essenziali presenti nelle piante di tutto il mondo vegetale, ovvero quei piccoli composti volatili che conferiscono ad ogni pianta il caratteristico aroma. La cannabis ha alcuni terpeni uguali a quelle di altre specie di piante, tra cui pino, lavanda, eucalipto, noce moscata, menta e altre ancora, che hanno così lo stesso tocco aromatico.

I terpeni offrono benefici terapeutici propri, conferiscono nel loro insieme effetti medicinali aggiuntivi e se lavorano in sinergia con altri cannabinoidi e terpeni ne aumentano l’efficacia e i benefici: questo è il cosidetto “effetto entourage”. Alcuni terpeni migliorano l’assorbimento di altre molecole attraverso il tratto digestivo, e molti altri hanno effetti antinfiammatori, sedativi o antibatterici.

Scoperto ed isolato efficacemente per la prima volta nel 1940, il cannabidiolo (CBD) è il principale componente della struttura chimica della canapa, ovvero una molecola capace di interagire (in decine di modi differenti) col sistema endocannabinoide presente in ogni essere umano, favorendone il benessere senza gli effetti psicotropi tipici del THC.

Come approfondiremo in seguito, il CBD modula alcuni meccanismi già esistenti e in atto all’interno del nostro organismo. In sostanza, quando si attua uno squilibrio o uno scompenso, la modulazione provveduta dal CBD – che agisce, ad esempio, sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio – tende a ripristinare l’equilibrio originario. Il CBD comporta quindi una modulazione indiretta di una alterazione del sistema endocannabinoide umano che può essere stata provocata da patologie o traumi.

Si può sintetizzare che, a livello generale, l’assunzione di CBD promuove effetti di rilassatezza e appagamento favorendo un profondo stato di benessere generale, sia a livello fisico che cognitivo, promuovendo il riposo mentale ed il rilassamento corporeo, proprio come dopo un bagno caldo, ma senza alterare la percezione della realtà.

Tutti i cannabinoidi come il CBD interagiscono con il nostro corpo tramite il sistema endocannabinoide e altri target. Il SEC è un sistema biologico composto da una vasta rete di recettori cellulari, molecole ed enzimi presenti in tutto il corpo, ma principalmente nel sistema cerebrale, nervoso e alcuni organi vitali, che operano insieme per regolare una grande varietà di specifiche funzioni e processi, sia fisiologici che cognitivi (inclusi appetito, la sensazione di dolore, l’ansia, l’infiammazione, l’umore, la paura, la memoria, il sonno, le funzionalità memorie, solo per citarne alcuni), col fine di mantenere l’organismo in uno stato di equilibrio, garantendone l’omeostasi. Il sistema endocannabinoide, quindi, svolge un ruolo di regolazione all’interno del corpo ed aiuta l’organismo a mantenere il corpo in uno stato di equilibrio dinamico e biologico per funzionare in modo ottimale.

L’omeostasi è descritta come la tendenza di elementi interdipendenti a mantenere un ambiente, in questo caso il corpo umano nella sua generalità, in sostanziale equilibrio, costante e bilanciato: questi composti hanno la capacità di ridurre o stimolare l’attività di determinati meccanismi, agendo di fatto come regolatori biologici (es: calore corporeo, ph sanguigno, ecc). Quando i sistemi fisiologici sono bilanciati, il corpo è in grado di gestire in modo più efficace malattie, infezioni e in generale la frenesia della vita moderna. In questo senso, il CBD modula questi processi che sono già presenti ed in atto nel nostro organismo: nel momento in cui avviene uno squilibrio, la modulazione del CBD tende a ripristinare l’equilibrio originario.

Il sistema endocannabinoide è diffuso in tutto il corpo ed i diversi tipi di recettori sono distribuiti praticamente in tutti gli organi vitali (con le dovute proporzioni) ma esistono essenzialmente due tipi di ricettori principali:

  • Recettori CB1: localizzati principalmente nel cervello, sistema nervoso centrale, sistema digerente ed alcuni organi vitali. Controllano neurotrasmettitori come, tra gli altri, dopamina e serotonina, agendo nella regolazione della salute cognitiva generale (gli effetti psicoattivi del THC sono dovuti all’attivazione dei recettori CB1 del cervello, che innescano un rilascio di serotonina) e presiedono a comportamenti motori, alla cognizione, alla memoria, alla capacità di attenzione, all’equilibrio e molto altro.
  • Recettori CB2: presenti essenzialmente nei globuli bianchi, sistema immunitario e sistema nervoso periferico. Proteggono il corpo dalle infezioni e dalle minacce delle sostanze esterne, stimolando la funzione immunitaria e lo smaltimento delle cellule danneggiate.

Il fatto che il SEC sia pressoché distribuito in tutto il corpo sta a significare che ogni parte del corpo possa essere affetta e beneficiare dei vantaggi dei cannabinoidi.

guida al CBDCB1 e CB2 sono i principali recettori nel sistema endocannabinoide, ma ve ne sono altri che svolgono un ruolo importante nell’organismo ed il CBD interagisce molto bene con:

  • Recettore 5-HT1A: presente nella maggior parte delle regioni cerebrali in cui si trova il CB1, appartiene ad una famiglia di recettori a volte chiamati “recettori della serotonina”, agendo su funzioni quali l’umore, l’appetito, gli schemi del sonno e la percezione del dolore. Il CBD può attivare direttamente questo recettore dando luogo ad effetti antidepressivi e antiansia.
  • Recettore TRPV1: presente soprattutto nel sistema nervoso periferico, è coinvolto specificatamente nella trasmissione e mediazione del dolore, dell’infiammazione e della temperatura corporea. Il CBD si lega ad esso e lo stimola, desensibilizzandolo, alleviando dolore ed infiammazione.
  • Recettore GPR55: presente nel cervelletto e nelle cellule specializzate nella formazione del tessuto osseo, funge da equilibratore della pressione sanguigna e della densità delle ossa. In determinate condizioni reagisce in maniera eccessiva, portando a condizioni come osteoporosi, obesità e alcuni tipi di tumore. Il CBD è un suo naturale antagonista e può legarsi ad esso equilibrandone la normale funzionalità.
  • Recettore GABA-A: normalmente si lega con l’acido amminobutirrico (GABA), un neurotrasmettitore che ha effetti calmanti sul corpo. Quando il CBD si lega ad esso, questi effetti si intensificano in maniera direttamente proporzionale alla quantità di CBD: svariati studi hanno in tal senso dimostrato le caratteristiche antiepilettiche, ansiolitiche e
    analgesiche del cannabidiolo.

Ciò che rende speciale la canapa è che produce composti (cannabinoidi) che hanno gli stessi meccanismi d’azione di composti naturalmente prodotti dal corpo umano (endocannabinoidi). Per regolare in maniera autonoma il sistema endocannabinoide infatti il corpo umano produce principalmente due sostanze, simile agli ormoni, note come endocannabinoidi: l’anandamide (che ha il compito di mantenere l’equilibrio nei sistemi ormonale e nervoso) e il 2-AG (stimola principalmente i recettori endocannabinoidi associati alla serotonina). La prima è molto simile al CBD e funge da regolatore generale del sistema, la seconda è più simile al THC nei suoi effetti e funge da attivatore diretto dei ricettori endocannabinoidi (CB1). I suddetti endocannabinoidi anandamide e 2-AG agiscono come molecole di segnalazione che, interagendo con questi recettori, consentono al sistema endocannabinoide di esercitare queste funzioni.

La somiglianza molecolare tra fitocannabinoidi ed endocannabinoidi è ciò che consente a queste controparti esterne di indurre effetti fisiologici. Ciò significa che il CBD è in grado di regolare un sistema progettato per mantenerci in equilibrio, rallentando i processi quando sono iperattivi e stimolandoli quando non funzionano o hanno delle difficoltà. Una differenza tra gli endocannabinoidi ed i fitocannabinoidi è che i secondi sono più duraturi.

A confronto, gli endocannabinoidi naturali sono scomposti abbastanza velocemente dalle proteine addette. La maggiore disponibilità di fitocannabinoidi fa sì che anche gli endocannabinoidi rimangano in circolo più a lungo.

Ciò che rende molto interessante il CBD è il metodo con cui interagisce con i recettori dei cannabinoidi nel corpo che è molto diverso da altri farmaci o integratori, che di solito hanno una direzione specifica degli effetti, stimolando o inibendo un dato processo nel corpo. Invece di legarsi ai recettori CB1 o CB2, il CBD modula indirettamente la loro attività. Il cannabidiolo mostra infatti una scarsa affinità verso entrambi i recettori cannabinoidi e la molecola esercita i suoi influssi supportando l’intero SEC, migliorando la funzionalità del sistema e regolando la produzione di enzimi benefici.

Il CBD favorisce quindi l’omeostasi aumentando il livello di endocannabinoidi disponibili nel corpo. Nello specifico, il CBD inibisce un enzima noto come FAAH (Amide Idrolasi degli Acidi Grassi), responsabile dell’esaurimento degli endocannabinoidi all’interno delle cellule, dando una spinta agli endocannabinoidi corporei, aumentandone la disponibilità senza legarsi direttamente ai recettori stessi. L’azione soppressiva del CBD consente all’anandamide e agli altri endocannabinoidi di restare in circolo nell’organismo in quantità superiori e per un periodo di tempo prolungato.

Questo è il meccanismo principale utilizzato dal CBD per favorire l’omeostasi. È la ragione per cui si ritiene che il CBD fornisca un “effetto equilibrante” invece di forzare una reazione corporea in un senso o nell’altro.

Diverse sono le caratteristiche e le proprietà benefiche attribuite al CBD, sostenute e avvalorate da profonde ricerche scientifiche e frutto delle esperienze dei clienti che da ogni dove ne apprezzano convintamente le qualità e caratteristiche, in grado di apportare benessere in modo naturale.

Anche se nel complesso la canapa viene usata come farmaco da migliaia di anni, solo negli ultimi anni attraverso profuse e dettagliate ricerche scientifiche si è presa reale consapevolezza delle proprietà benefiche di questa molecola e più in generale dei cannabinoidi. Tra le proprietà più importanti attribuite a questo cannabinoide troviamo:

  • Antinfiammatorie: il CBD risulta efficace nel ridurre infiammazioni e tensioni associati ad artriti e dolori cronici, grazie alle sue proprietà rilassanti e sedative. Studi hanno dimostrato come il CBD si lega ai recettori CB2, aumentando la quantità di endocannabinoidi nell’organismo e interessando il sistema di autoriparazione del corpo, calmando l’infiammazione. Inoltre, stimola la generazione del tessuto osseo e protegge l’apparato scheletrico. Agisce positivamente sulla circolazione sanguigna, riducendo la tensione sulle pareti dei vasi sanguigni, equilibrando e proteggendo il sistema cardiovascolare.
  • Antipsicotiche: oltre ad alleviare i disturbi d’ansia, alcune prove scientifiche suggeriscono che grazie alle sue capacità sedative, il cannabidiolo aiuta a trattare malattie come la schizofrenia, l’ansia, la psicosi ed altri problemi di salute mentale, come il disturbo bipolare.
  • Neuroprotettive: la ricerca ha dimostrato che il CBD favorisce la neurogenesi, ovvero losviluppo di nuovi neuroni nell’area cerebrale dell’ippocampo. Grazie al suo potere antiossidante e antinfiammatorio il cannabidiolo svolge una potenziale azione preventiva di riduzione dello stress ossidativo che può colpire le cellule cerebrali, proteggendole da potenziali patologie e meccanismi neurodegenerativi, come l’Alzheimer e la sclerosi multipla. Inoltre recenti ricerche hanno dimostrato che il CBD può scongiurare danni cerebrali indotti dall’alcool, impedendo l’accumulo di grassi nel fegato.
  • Antidolorifiche: grazie alle proprietà antinfiammatorie, risulta essere efficace anche contro diversi tipi di dolore cronico favorendo una riduzione di dolore e infiammazione.
  • Antitumorali: oltre venti importanti studi di ricerca hanno dimostrato che il CBD ha importanti proprietà antitumorali col potenziale di arrestare lo sviluppo di vari tipi di cancro, inibendone la crescita e la diffusione. La classe medica ha riconosciuto i benefici anche per contrastare gli effetti collaterali delle varie chemioterapie, radioterapie, ecc. stimola l’appetito e al contempo allevia nausea e vomito.
  • Antidepressive: il sistema endocannabinoide nel nostro cervello aiuta a equilibrare l’umore e influenza la nostra ricerca di “gratificazione”. Il CBD, in tal senso, aiuta a mantenere l’equilibrio nel corpo riducendo lo stress, regolando il sonno e l’appetito. Studi approfonditi hanno dimostrato che il CBD, attraverso le sue proprietà rilassanti, aiuta a trattare vari tipi di depressione, attacchi di panico, fobie sociali, sbalzi d’umore e disturbi del sonno, influendo sulla produzione di serotonina e migliorando l’umore.
  • Favorisce la concentrazione: è dimostrata la capacità del CBD di ridurre i livelli di cortisolo nel cervello, aumentando quelli di dopamina (il THC fa altrettanto, ma in modo psicoattivo). Migliorando i sistemi di gestione della dopamina cerebrale, migliorano di riflesso i livelli di concentrazione, il “prestare attenzione e non divagare”.
  • Antiepilettiche e anticonvulsivanti: l’olio di CBD sta diventando la prima scelta per chi soffre di patologie che provocano convulsioni, grazie alle sue proprietà rilassanti che aiutano a controllare le crisi. Svariati studi hanno largamente dimostrato che il CBD agisce come anticonvulsivante con effetti antipsicotici, riducendo notevolmente la gravità dei sintomi legati alla spasticità, condizioni comuni in malattie come la sclerosi multipla.
  • Contrasta l’utilizzo di stupefacenti: la ricerca ha rivelato che il CBD presenta un potenziale di abuso estremamente basso, fornisce importanti benefici nel ridurre la dipendenza da stupefacenti diminuendo il loro effetto complessivo sul sistema nervoso centrale e aiuta ad alleviarne i sintomi dell’astinenza quali nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, spasmi muscolari, crampi addominali, ansia, agitazione, insofferenza, insonnia e altre reazioni minori.
  • Gastroprotettore: oltre a produrre un effetto calmante, il CBD agisce come potente antispasmodico a livello gastro-intestinale: i cannabinoidi hanno un ruolo cruciale nel controllo dell’infiammazione e della motilità intestinale.
  • Antiemetiche: una delle peggiori sensazioni che si possono provare è la nausea ed il CBD, legandosi ai recettori CB2, aiuta facilmente a ridurre questo disturbo, trattando efficacemente i sintomi legati a nausea, vomito e malessere intestinale, fornendo sollievo e riducendo il senso di fastidio. Particolarmente indicato per le donne durante per affrontare i sintomi mestruali.
  • Ansiolitiche e rilassanti: il CBD permette di ridurre facilmente gli stati d’ansia, riportando l’organismo ad uno stato di benessere e tranquillità, aiutano a “distendere i nervi” anche in presenza di manifestazioni date dal classico disturbo post-traumatico da stress o attacchi di panico particolarmente intensi e frequenti. È stato dimostrato che mitiga i sintomi associati al Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) e al Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), che secondo diverse ricerche sono causati anche da una carenza di anandamide all’interno dell’ECS.
  • Antiossidanti: Il CBD, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, costituisce un valido aiuto nel trattamento di patologie della pelle come la psoriasi, aiuta a curare l’acne, idrata e ammorbidisce la cute grazie agli acidi grassi essenziali. Inoltre è ricco di antiossidanti che. combattono i radicali liberi, svolgendo un importante funzione anti-age. Diversi studi hanno dimostrato che possiede proprietà antiossidanti addirittura superiori delle vitamine C ed E.
  • Energizzanti: noto per le sue caratteristiche calmanti, il cannabidiolo presenta anche caratteristiche energizzanti capaci di rigenerare le energie e ripristinare le forze, grazie alla sua azione detossinante e alla capacità di rafforzare le cellule, contribuendo alla loro corretta rigenerazione.
  • Miglioramento dell’umore: l’assunzione di cannabidiolo consente di distendere la mente, liberandola facilmente dalla negatività e dal cattivo umore, ripristinando la positività di cui ognuno di noi ha bisogno per affrontare ogni giornata con la carica giusta.

Sono sempre più numerosi i prodotti a base di canapa e cannabidiolo presenti sul mercato, disponibili in molte forme e per una sempre più ampia varietà di usi. Olii, cristalli, capsule, e- liquids, cosmetici, estratti, infiorescenze, alimenti e bevande: a ciascuno il suo. La grande differenza tra i diversi prodotti risiede principalmente nella forma in cui si presenta il CBD, la percentuale di principio attivo contenuto e la relativa modalità di assunzione.

Esiste un metodo migliore di assumere il CBD? La risposta è no! Tutto dipende dalle preferenze personali e dall’effetto desiderato. Non c’è una regola generale, l’importante è assicurarsi che il prodotto assunto dia gli effetti desiderati, aumentandone la concentrazione nel caso gli effetti fossero “bassi o limitati”. I diversi metodi di somministrazione forniscono anche diversi livelli di tassi di assorbimento e biodisponibilità.

Come consumatore è importante accertare l’origine del CBD e la quantità contenuta nel prodotto, verificarne l’efficacia per assicurarsi che le dichiarazioni corrispondano a verità e suggeriamo di scegliere solo prodotti con certificato di analisi esterno. Le principali possibilità di assunzione del CBD sono:

  • Inalazione: consente al cannabidiolo di penetrare nel nostro corpo attraverso i polmoni, entrando nel giro di poco tempo nel flusso sanguigno e promuovendo in maniera quasi istantanea gli effetti benefici. Il CBD assunto per via inalatoria ha un alto tasso di biodisponibilità, il che significa che la stragrande maggioranza del CBD inalato penetra nel flusso sanguigno e produce un effetto, senza sprechi. E’ il metodo ideale per chi è alla ricerca di una quantità costante di CBD durante la giornata.

I prodotti adatti all’inalazione del CBD sono gli e-liquids, i cristalli, estratti ed infiorescenze.

  • Assunzione per via orale: assumere il cannabidiolo in questo modo è molto facile, discreto e non coinvolge l’apparato respiratorio. Mangiare e bere prodotti a base di CBD richiede più tempo per produrre gli effetti desiderati, perché il CBD deve attraversare il tratto digestivo ed essere metabolizzato dal fegato prima di entrare nel flusso sanguigno. Inoltre non tutto il CBD ingerito diventerà assimilabile a causa dei vari processi digestivi. La sua lenta insorgenza potrebbe non essere adatta ai consumatori bisognosi di una dose immediata di cannabidiolo, ma gli effetti durano più a lungo, rendendolo quindi un buon compromesso.

I prodotti adatti all’assunzione per via orale sono le capsule, gli alimenti e le bevande.

  • Somministrazione sublinguale: si riferisce al posizionamento del CBD sotto la lingua. Questo metodo di somministrazione viene utilizzato in medicina per introdurre rapidamente un farmaco nel flusso sanguigno perché bypassa il tratto digestivo, migliorando la biodisponibilità della sostanza. Quando viene posizionato sotto la lingua, il CBD entra in contatto con lo strato più sottile del rivestimento del pavimento orale della nostra bocca ed essendo tale membrana altamente permeabile, porta ad un rapido assorbimento nel flusso sanguigno attraverso i capillari. Generalmente però non tutto l’olio viene assorbito e attraverso la deglutizione verrà, in parte, smaltito dal sistema digerente.

I prodotti adatti alla somministrazione sublinguale sono gli olii ed i cristalli.

  • Ad uso topico: grazie alle sue straordinarie proprietà antinfiammatorie, antiossidanti ed energizzanti, il CBD è un preziosissimo alleato per il la cura della propria pelle. Creme cosmetiche, lozioni e balsami stanno prendendo sempre più piede, grazie anche alla
    combinazione con altri già noti componenti, che ne potenziano gli effetti. L’applicazione topica è la via più consigliata per trattare i disturbi della pelle ed accelerare il recupero atletico.

I prodotti adatti ad uso topico sono i cosmetici ed in alcuni casi gli olii.

L’inalazione e l’assorbimento sublinguale mantengono integri composti vegetali come cannabinoidi e terpeni, quindi il sapore e le particolari caratteristiche organolettiche permettono di ottenere un’esperienza più ricca e autentica, dai rapidi benefici ma con durate limitate. Al contrario, i prodotti alimentari ci mettono un po’ di tempo per entrare in circolo ma durano più a lungo e sono ideali da consumare prima di coricarsi se si usa la cannabis come aiuto per dormire.

La scelta del prodotto al CBD più giusto non si basa tanto su quale sia il “migliore”, ma piuttosto su quale si adatti meglio alle vostre esigenze e per quali motivi lo si sta consumando.

Il quantitativo di CBD da assumere ed il momento in cui assumerlo è molto soggettivo, dipende di base dalle singole esigenze e finalità, se si utilizza il cannabidiolo in maniera terapeutica o meno, dal tipo di prodotto che si vuole usare, dal fisico e metabolismo della persona.

Il metabolismo del CBD essendo implicato in molti processi fisiologici come modulatore di altri sistemi, non solo quello endocannabinoide, è molto personale. “Ascoltarsi” è la risposta giusta, partendo con una piccola quantità e cercare così la dose necessaria per le proprie esigenze individuali. L’unico modo per scoprire quale metodo d’assunzione funziona meglio per il proprio organismo è sperimentare.

Ovviamente se viene usato per patologie specifiche è importante e consigliato consultare un medico, ci sono anche condizioni che per le quali è necessaria una concentrazione e frequenza maggiore di cannabidiolo.

Molte persone esitano a consumare il CBD o a sostenerne l’uso a causa delle informazioni contradditorie riguardanti la sua sicurezza. Tuttavia è ampiamente dimostrato che il cannabidiolo è generalmente ben tollerato dall’organismo, senza particolare effetti indesiderati. Un recente riesame di oltre 130 studi e documenti ha così riassunto la questione:

“Il CBD non è tossico e non causa cambiamenti nell’assunzione di cibo, non induce catalessi, non influisce sulla pressione sanguigna e sulla temperatura corporea, … non ha controindicazioni durante la gravidanza … e non altera le funzioni psicomotorie né psicologiche. Inoltre, a quanto risulta, l’uso cronico e quantità elevate fino a 1.500 mg al giorno sono ben tollerati negli esseri umani, senza influenzare aspetti neurologici, clinici, psichiatrici, del sangue o delle urine.Da sottolineare, soprattutto, che nella storia dell’umanità non sono mai stati registrati casi di decesso a causa della cannabis e suoi derivati.

Come suggerisce il nome, un estratto a spettro completo contiene tutti i cannabinoidi contenuti naturalmente nella pianta di canapa. Ci saranno grandi quantità di CBD e concentrazioni minori di THC, CBC, CBG, CBN e gli altri cannabinoidi presenti nella pianta, oltre a terpeni, flavonoidi, polifenoli e vari altri fitochimici contenuti in essa, ognuno con effetti medicinali propri. In generale, un estratto a spettro completo è considerato più potente degli isolati, dovuto a un concetto comunemente noto come “effetto entourage“.

L’effetto entourage si ha quando diverse componenti naturali di una pianta interagiscono con il corpo in modo sinergico, producendo un risultato più efficace rispetto a quando una di queste componenti è utilizzata da sola. L’effetto entourage grazie alla sua sinergia, garantisce un effetto delle componenti moltiplicato rispetto alla somma di tutti gli effetti separati. Le azioni dei componenti mescolate insieme allo stato naturale, garantiscono l’effetto medico terapeutico migliore. I cannabinoidi quindi se assunti contemporaneamente in maniera ottimale, ne esaltano le qualità positive l’una dell’altra.

Gli isolati di puro CBD sono invece realizzati aggiungendo un’ulteriore fase di purificazione al processo di produzione: dopo l’estrazione delle sostanze fitochimiche dalle foglie e dai fiori della pianta, si utilizza un processo aggiuntivo per separare il CBD dal resto delle sostanze. Il risultato è un estratto di CBD puro, ovvero una sostanza bianca cristallina bianca priva di tutte le altre molecole. Questo verrò poi dosati all’interno dei vari prodotti in concentrazione e quantità desiderate.

Il THC è un altro tipo di cannabinoide che si sviluppa nelle piante di cannabis. Si tratta però una sostanza dalle caratteristiche psicotrope, che legandosi direttamente ai recettori CB1 (localizzati principalmente nel sistema cerebrale) associati alla serotonina, è in grado di alternare la mente e lo spazio temporale di chi ne fa uso. Questo fa del THC una sostanza illegale (droga) in quasi tutto il mondo, a causa dei potenziali effetti dannosi sull’organismo ed effetti indesiderati, come allucinazioni, ansia, paranoie, vertigini e confusione spazio-temporale, oltre a creare forte dipendenza.

Il CBD, invece, oltre a non essere psicotropo e quindi legale, è anche in grado di contrastare gli effetti indesiderati del THC. Non è tossico per il nostro organismo e non genera dipendenza. Questa è senza dubbio la più grande differenza tra le due sostanze.

Entrambi sono comunque composti dagli stessi elementi chimici carbonio, idrogeno e ossigeno (C21H30O2), ma la disposizione degli atomi è strettamente peculiare a ciascuna sostanza, legandosi/interfacciandosi con recettori diversi e di conseguenza agendo in maniera diversa. Questa è la ragione che fornisce al THC gli effetti psicoattivi di cui il CBD è privo. Entrambi sono comunque utilizzati, con finalità diverse, in ambito terapeutico in quanto entrambi comportano benefici per la salute umana.

Capire la differenza tra CBD e THC è importante anche per capire la differenza tra canapa e marjuana: la prima con percentuali di THC generalmente inferiori allo 0.3% (legalmente tollerato fino allo 0.6% in Italia) e percentuali altissime di CBD, la seconda (illegale), al contrario, con bassissime percentuali di CBD ed un contenuto di THC compreso tra il 5 ed il 25%.

Cosa significa Cannabis Light? È da intendersi come l’intera gamma di vari preparati derivati da infiorescenze essiccate di canapa in cui la concentrazione di THC sia inferiore allo 0,6%. Light (leggero) è l’aggettivo che indica, per l’appunto, una bassissima concentrazione del principio attivo che è responsabile degli effetti psicotropi della cannabis.

In parole povere, quindi, il THC altera le mente, mentre il CBD stimola la guarigione.

In definitiva, il CBD è un integratore per la salute piuttosto nuovo che ha molto da offrire per tante patologie o sintomi. A causa della complessità del sistema endocannabinoide attraverso cui agisce, è molto più articolato di tanti altri integratori per la salute. Questo sistema è coinvolto nel mantenimento dell’omeostasi in tutto il corpo e ciò dà al CBD un effetto bidirezionale, difficile da quantificare per i ricercatori.

Per troppo tempo la Canapa, in particolar modo in Italia, è stata associata esclusivamente allo “sballo”. È tempo di restituirle la meritata attenzione, al di là dei pregiudizi, basandosi su dati scientifici ed esperienze dirette da parte di chi la utilizza. Il tuo punto di vista come consumatore conta moltissimo per far sì che ciò si realizzi.